Il Gruppo Metinvest, insieme alle sue joint venture, è stato riconosciuto da Forbes Ukraine come il principale esportatore dell’Ucraina nel 2024.

La prestigiosa pubblicazione ha stilato una classifica delle 50 aziende che hanno dato un contributo significativo alla promozione del marchio “Made in Ukraine” a livello globale e al sostegno dell’economia nazionale.
La graduatoria si basa su dati relativi alle operazioni di esportazione delle maggiori imprese ucraine, sulla banca dati doganale di ImportGenius, nonché su statistiche produttive e di settore.
In base alla ripartizione delle esportazioni ucraine nel 2024, Forbes ha stabilito delle quote per ciascun comparto: 14 aziende per l’agricoltura, 5 per l’industria alimentare, 7 per il comparto minerario e metallurgico, 6 per l’IT, 5 per la meccanica e 5 per la lavorazione del legno e dei mobili. All’interno di ogni categoria, le aziende sono state classificate in base al valore delle esportazioni in dollari statunitensi nel 2024.
Secondo Forbes Ukraine, nel 2024 le esportazioni del settore minerario e metallurgico ucraino hanno raggiunto un totale di 7,3 miliardi di dollari. Di questi, fino a 3,9 miliardi di dollari sono stati generati da Metinvest, insieme alla joint venture Zaporizhstal*.
Il Gruppo esporta minerale di ferro, prodotti piani e semilavorati in acciaio in 51 Paesi. Nel corso del 2024, Metinvest ha inoltre fatto il suo ingresso nei mercati di India (carbone), Svezia e Norvegia (minerale di ferro).
Tra i primi cinque esportatori del settore metallurgico e minerario figurano anche ArcelorMittal Kryvyi Rih, Ferrexpo e Interpipe.
Nel corso dell’ultimo anno, tra i principali fattori che hanno inciso sulle esportazioni del comparto figurano il ripristino dell’accesso ai porti del Mar Nero e il calo dei prezzi.
Tra i maggiori importatori di prodotti siderurgici e minerale di ferro ucraini si trovano Polonia, Cina, Bulgaria, Stati Uniti e Slovacchia. In un’intervista rilasciata a Forbes Ukraine, Yuriy Ryzhenkov, CEO del Gruppo Metinvest, ha dichiarato:
«La nostra strategia di esportazione non è cambiata molto. Abbiamo i nostri mercati principali — l’Ucraina e l’Unione Europea — dove prima dell’invasione su larga scala fornivamo oltre il 50% della nostra produzione. Poi ci sono i mercati residui, i cosiddetti mercati di bilanciamento, ai quali ci rivolgiamo con un approccio più opportunistico: entriamo quando è conveniente e ci ritiriamo quando non lo è. Per quanto riguarda il minerale di ferro, i nostri mercati principali restano i Paesi dell’UE. Ma abbiamo ampliato la nostra geografia, entrando anche in Scandinavia e nel Nord Europa. Quello che non riusciamo a vendere nell’UE a causa della domanda limitata, lo esportiamo nel Sud-est asiatico: Cina, Corea del Sud e altri mercati».