Durante l’European Business Summit, tenutosi il 20 e 21 novembre a Bruxelles, Oleksandr Vodoviz, capo dell’ufficio del CEO del Gruppo Metinvest, ha parlato degli ostacoli all’adesione dell’Ucraina all’Unione Europea e delle opportunità offerte dalla sinergia tra l’industria ucraina ed europea a beneficio di entrambe le parti.

Il summit rappresenta l’evento più importante e prestigioso organizzato annualmente dagli European Business Summits.

Il suo obiettivo è colmare il divario tra mondo politico e imprenditoriale attraverso dibattiti tematici, interviste esclusive e confronti interattivi su temi europei di rilievo, con la partecipazione di relatori di alto profilo.

L’edizione di quest’anno ha riunito circa 120 speaker, tra cui rappresentanti istituzionali, deputati del Parlamento europeo, giornalisti, manager e dirigenti di vari settori industriali e organizzazioni.

Oleksandr Vodoviz, capo dell’ufficio del CEO del Gruppo Metinvest, ha preso parte al panel “Supporting Ukraine’s Future: Boosting Business Cooperation”.

Alla discussione hanno partecipato anche Gert Jan Koopman (direttore generale della DG NEAR della Commissione Europea), Petras Austrevicius (eurodeputato), Taras Kachka (viceministro dell’Economia dell’Ucraina) e Dennis Bazilevych (direttore relazioni istituzionali di Nova Poshta Global).

Il panel ha avuto come tema centrale il ripensamento del futuro dell’Ucraina, con focus su innovazione, cooperazione industriale e modernizzazione, in vista del percorso di adesione all’Unione Europea.

Vodoviz ha ricordato che prima dell’inizio della guerra il Gruppo Metinvest, che dava lavoro a circa 120.000 persone, contribuiva per circa il 5% del PIL ucraino. Dall’inizio dell’invasione su vasta scala, l’azienda ha perso quasi il 50% della capacità operativa, incluse le attività a Mariupol e Avdiivka. Attualmente il Gruppo impiega circa 60.000 dipendenti distribuiti tra Ucraina, Italia, Stati Uniti, Bulgaria e Regno Unito.

Circa 12.000 lavoratori Metinvest prestano servizio nelle forze armate ucraine, e purtroppo si contano circa 1.000 vittime. Le imprese del Gruppo operano in condizioni di rischio continuo di bombardamenti, con alcuni impianti situati a soli 10 chilometri dalla linea del fronte.

Nel suo intervento, Vodoviz ha sottolineato l’importanza di entrare nel mercato dell’Unione Europea, in un momento in cui l’Ucraina combatte l’aggressione russa:

«L’Ucraina possiede la più grande base di risorse del continente europeo e possiamo offrirla all’Europa. In cambio, chiediamo accesso a tecnologie e strumenti finanziari europei per sviluppare progetti sia in Ucraina sia nell’UE. Non chiediamo soldi a fondo perduto: siamo pronti a competere. Vogliamo entrare a far parte della società economica europea e auspichiamo che il processo di adesione si concluda il prima possibile».

Vodoviz ha aggiunto che l’ostacolo principale all’integrazione europea dell’Ucraina resta la guerra:

«Non possiamo ignorare il conflitto. Il governo ha dei compiti precisi: completare tutte le procedure necessarie per l’adesione all’Unione Europea, compreso il monitoraggio e l’applicazione delle leggi».

Il rappresentante Metinvest ha inoltre confermato che il Gruppo è pronto a investire in Europa e ad espandere la propria presenza sul mercato, anche nel settore siderurgico:

«Siamo in trattativa con diverse aziende europee interessate a entrare nel mercato ucraino.Stiamo portando avanti processi di fusione e acquisizione di asset siderurgici europei: disponiamo di una grande base di risorse e vogliamo valorizzarla al meglio».

Vodoviz ha infine concluso sottolineando che l’integrazione dell’Ucraina contribuirà all’autonomia strategica dell’Europa nel settore siderurgico:

«Perché l’Europa vuole accoglierci? Perché questo garantisce sicurezza dai rischi legati alla Russia, in particolare nel comparto dell’acciaio. Abbiamo interessi comuni, vediamo ampie opportunità di sinergia. Il programma di sostegno dell’UE all’Ucraina è uno strumento eccellente per ricostruire l’industria: vogliamo farne parte, e siamo pronti a contribuire con progetti tecnologici e ambientali».